Giornata Nazionale dello Sport 04.06.2017
Una mano mente, l'altra dice la verità...
Nel Kung Fu si dice: una mano mente, l'altra dice la verità.
Se un domani dovessi tornare nella tua terra, cosa diresti agli uomini di questa strana parola?
Diresti loro che significa combattere? Oppure diresti, come un monaco dello Shaolin, che è l’evocare lo spirito della gru e della tigre?
Kung Fu vuol dire abilità suprema ottenuta dal duro lavoro.
Un grande poeta ha conquistato il Kung Fu. Il pittore, il calligrafo: loro possono dire di fare Kung Fu. Persino il cuoco o lo spazzino - o un dedito servitore - possono fare il Kung Fu.
Pratica. Preparazione. Ripetizione infinita.
Finché la tua mente è fiacca e ti fanno male le ossa. Finché sei troppo stanco per sudare e talmente logoro persino per respirare.
Questo è il modo, l’unico modo con cui puoi acquisire il Kung Fu.
Se un domani dovessi tornare nella tua terra, cosa diresti agli uomini di questa strana parola?
Diresti loro che significa combattere? Oppure diresti, come un monaco dello Shaolin, che è l’evocare lo spirito della gru e della tigre?
Kung Fu vuol dire abilità suprema ottenuta dal duro lavoro.
Un grande poeta ha conquistato il Kung Fu. Il pittore, il calligrafo: loro possono dire di fare Kung Fu. Persino il cuoco o lo spazzino - o un dedito servitore - possono fare il Kung Fu.
Pratica. Preparazione. Ripetizione infinita.
Finché la tua mente è fiacca e ti fanno male le ossa. Finché sei troppo stanco per sudare e talmente logoro persino per respirare.
Questo è il modo, l’unico modo con cui puoi acquisire il Kung Fu.
La Tigre e il Monaco - documentario
Nel tempio buddista Pa Luangta Bua, di Kanchanaburi, nel nord ovest della Thailandia, un piccolo gruppo di monaci guidato dall’abate Pra Acharn, vive a stretto contatto con un gruppo di tigri indocinesi e tanti altri animali. La particolarità è che le tigri, per la maggior parte del tempo, non stanno in gabbia, ma sono libere, giocano e si fanno accarezzare dai monaci. Non esiste nessun precedente simile di convivenza pacifica fra uomo e tigre, per cui moltissime persone in tutto il mondo si sono interessate a questo progetto, e il monastero ospita spesso veterinari, biologi e studenti da tutto il mondo.
L'ultimo Samurai
Il capitano Nathan Algren è un uomo alla deriva. Ha rischiato la vita per lealtà verso il suo paese, ma dagli anni della guerra civile il mondo è cambiato. Il pragmatismo ha preso il posto del coraggio, l'interesse personale prevale sul sacrificio e il senso dell'onore non esiste più, soprattutto nel west, che conosce bene per aver avuto un ruolo nelle guerre contro gli indiani, che lo hanno lasciato disilluso e angosciato.
Da qualche parte nelle spietate pianure lungo le rive del wahita, Algren ha smarrito la sua anima. In un universo distante, un altro soldato vede andare in pezzi il suo mondo.
E' katsumoto l'ultimo erede di una dinastia di guerrieri, i samurai, che hanno consacrato la loro vita al servizio dell'imperatore e del paese. Come la modernità ha stravolto il west, espropriando e mettendo al bando i nativi americani, così ha sopraffatto il giappone tradizionale. Le linee telegrafiche e ferroviarie che hanno portato il progresso ora minacciano quei valori e quei codici per i quali i samurai si sono sacrificati per secoli. Ma katsumoto non se ne andrà senza lottare. Le strade di questi due combattenti si incontreranno...
Da qualche parte nelle spietate pianure lungo le rive del wahita, Algren ha smarrito la sua anima. In un universo distante, un altro soldato vede andare in pezzi il suo mondo.
E' katsumoto l'ultimo erede di una dinastia di guerrieri, i samurai, che hanno consacrato la loro vita al servizio dell'imperatore e del paese. Come la modernità ha stravolto il west, espropriando e mettendo al bando i nativi americani, così ha sopraffatto il giappone tradizionale. Le linee telegrafiche e ferroviarie che hanno portato il progresso ora minacciano quei valori e quei codici per i quali i samurai si sono sacrificati per secoli. Ma katsumoto non se ne andrà senza lottare. Le strade di questi due combattenti si incontreranno...
Vita di Pi
Vita di Pi è un film che racconta il viaggio dell’uomo nell’oceano della vita, fatto di incontri inattesi e spesso bruschi, ma che mantengono l’essere umano vigile grazie agli stimoli dati dall’evento traumatico. Pi, nell’oceano Pacifico a bordo di una scialuppa di salvataggio, affronta e supera, con coraggio e tenacia, tante peripezie per mantenere “buono” il predatore affamato, la tigre dello zoo di suo padre, deceduto insieme alla madre e al fratello durante un naufragio.
La tigre lo scruta e poi lo attacca, sino a quando Pi non si affida a Dio che sin da bambino aveva cercato invano nelle tre grandi religioni della terra. A quel punto l’animale si acquieta. Giungono su un’isola deserta e bellissima, ma quando Pi sta per godersi il meritato riposo ecco che arriva l’amara scoperta. Il ragazzo intraprende così, insieme al predatore, un nuovo viaggio…
La pellicola di Ang Lee, che è tratta dal Yann Martel ed è uscita in Italia il 20 dicembre 2012, è un autentico capolavoro sia per la bellezza delle immagini sia per il contenuto.
'Ho letto la storia dieci anni fa, ma non ho pensato di farci subito un film', racconta il regista. 'Ci ho messo molto tempo per girare la scena del naufragio, 78 giorni con l’esattezza e un anno intero di post produzione', continua Ang Lee prima di soffermarsi sul senso del film: 'Credo che bisogna sempre fare i conti con l’impellente bisogno di accettare ciò che non si può dimostrare; spero che gli spettatori considerino questa storia come una metafora della vita', conclude il regista.
La tigre lo scruta e poi lo attacca, sino a quando Pi non si affida a Dio che sin da bambino aveva cercato invano nelle tre grandi religioni della terra. A quel punto l’animale si acquieta. Giungono su un’isola deserta e bellissima, ma quando Pi sta per godersi il meritato riposo ecco che arriva l’amara scoperta. Il ragazzo intraprende così, insieme al predatore, un nuovo viaggio…
La pellicola di Ang Lee, che è tratta dal Yann Martel ed è uscita in Italia il 20 dicembre 2012, è un autentico capolavoro sia per la bellezza delle immagini sia per il contenuto.
'Ho letto la storia dieci anni fa, ma non ho pensato di farci subito un film', racconta il regista. 'Ci ho messo molto tempo per girare la scena del naufragio, 78 giorni con l’esattezza e un anno intero di post produzione', continua Ang Lee prima di soffermarsi sul senso del film: 'Credo che bisogna sempre fare i conti con l’impellente bisogno di accettare ciò che non si può dimostrare; spero che gli spettatori considerino questa storia come una metafora della vita', conclude il regista.
Fearless
14 settembre 1910. Il maestro di Wushu Huo Yuanjia combatte contro tre lottatori europei: il pugile Peter Smith, l'istruttore dei lancieri del Belgio Hans Herzog e il campione di scherma Anthony Garcia. Dopo averli sconfitti tutti, appena prima di affrontare il campione giapponese Anno Tanaka, ha inizio il lungo flashback della sua vita.
Nel XIX secolo a Tianjin, città del Nord della Cina, vicina alla capitale Pechino, vive la famiglia di Huo Yuanjia. Il padre è un insegnante di Kungfu, che ha vietato, per motivi di salute, al giovane Huo di praticare arti marziali. Huo Yuanjia viene indirizzato allo studio della letteratura e della scrittura cinese, ma preferisce dedicarsi di nascosto alle tecniche di combattimento. Il suo inseparabile amico e coetaneo Nong Jinsun fa i compiti al suo posto. Huo Yuanjia ha un carattere testardo e indomito, così quando il padre piuttosto che uccidere il proprio avversario perde un incontro (Leitai) egli decide di diventare imbattibile ad ogni costo. È così che alla morte del padre, prende il suo posto e sconfigge ad uno ad uno i migliori combattenti della città. La sua fama cresce a dismisura, ma al tempo stesso egli si circonda di perditempo, passa il suo tempo a fare festini e ad ubriacarsi, trascurando la propria famiglia, in particolare la figlia amatissima. Questo stile di vita lo porta anche ad indebitarsi notevolmente e ad approfittare della ricchezza del suo amico Nong. L’ennesima ubriacatura e la versione ingannevole di un suo allievo riguardo ad uno scontro con un maestro di un'altra scuola (il maestro Qin), fanno sì che Huo Yuanjia uccida in uno scontro nel ristorante del suo amico, quest'altro maestro. Un nipote di quest’ultimo, impazzito, si vendica uccidendo la madre e la figlia di Huo. Quando Huo scopre l’accaduto, cerca di vendicarsi a sua volta. Raggiunto l'assassino, questi confessa l'omicidio e si taglia la gola. Il maestro, alla vista della moglie e della figlia del maestro avversario, unite alla raggiunta consapevolezza di aver commesso un grave errore, esce di senno. Huo si imbarca su una nave, spostandosi nel Sud del paese; qui si getta in un fiume, per poi essere ripescato in fin di vita da un gruppo di contadini di una minoranza etnica. Viene curato da una ragazza non vedente (Yueci) e da sua nonna. Durante la sua permanenza nel villaggio aiuta nel lavoro nella risaia ed apprende a godere dei momenti della vita, come quello di essere avvolti dalla brezza del vento. Dopo un periodo di alcuni anni, viene il periodo della Festa di Primavera, il cosiddetto Capodanno Cinese. Huo sente la nonna e Yueci che parlano di andare a rendere omaggio ai propri defunti, come usanza di questo periodo dell'anno in Cina, perciò riflette e decide di tornare a chiedere perdono sulle tombe dei propri cari. Per questo motivo abbandona il villaggio per tornare a Tianjin. Qui trova la propria casa in rovina ed una situazione molto cambiata, in cui sono gli stranieri a farla da padroni. Quando legge su un giornale di una sfida lanciata da Hercules O’Brian contro i “Malati dell’Asia” (i cinesi, come erano beffardamente chiamati) capisce che ha una missione da compiere e cerca i soldi per poter partecipare alla sfida, chiedendo aiuto proprio al suo vecchio amico Nong Jinsun. Huo vince la sfida, non senza però dimostrare uno straordinario cambiamento, salvando la vita del proprio avversario. Dopo questo episodio Huo Yuanjia apre la sua scuola, la Jingwu Tiyu Hui. Siccome il suo nome sta acquistando fama, il console giapponese decide di organizzare un incontro per metterlo in cattiva luce, in cui Huo doveva combattere con quattro avversari non cinesi. Uno di questi è Tanaka, con cui Huo si incontra, scoprendo una persona corretta ed un marzialista raffinato.
Si ritorna al 1910. Il primo duello tra i due maestri orientali (katana contro bastone a tre pezzi) termina in parità. Per evitare imbarazzi, il console del Giappone fa sostituire il té di Huo, avvelenandolo. Pur se debole e morente, Huo riesce a vincere Tanaka, raggiungendolo con il suo pugno letale ma fermandosi prima di colpirlo. Tanaka, dimostrando una morale marziale incorruttibile, riconosce la vittoria di Yuanjia. La scuola del maestro Huo si diffonderà in tutto il mondo.
Nel XIX secolo a Tianjin, città del Nord della Cina, vicina alla capitale Pechino, vive la famiglia di Huo Yuanjia. Il padre è un insegnante di Kungfu, che ha vietato, per motivi di salute, al giovane Huo di praticare arti marziali. Huo Yuanjia viene indirizzato allo studio della letteratura e della scrittura cinese, ma preferisce dedicarsi di nascosto alle tecniche di combattimento. Il suo inseparabile amico e coetaneo Nong Jinsun fa i compiti al suo posto. Huo Yuanjia ha un carattere testardo e indomito, così quando il padre piuttosto che uccidere il proprio avversario perde un incontro (Leitai) egli decide di diventare imbattibile ad ogni costo. È così che alla morte del padre, prende il suo posto e sconfigge ad uno ad uno i migliori combattenti della città. La sua fama cresce a dismisura, ma al tempo stesso egli si circonda di perditempo, passa il suo tempo a fare festini e ad ubriacarsi, trascurando la propria famiglia, in particolare la figlia amatissima. Questo stile di vita lo porta anche ad indebitarsi notevolmente e ad approfittare della ricchezza del suo amico Nong. L’ennesima ubriacatura e la versione ingannevole di un suo allievo riguardo ad uno scontro con un maestro di un'altra scuola (il maestro Qin), fanno sì che Huo Yuanjia uccida in uno scontro nel ristorante del suo amico, quest'altro maestro. Un nipote di quest’ultimo, impazzito, si vendica uccidendo la madre e la figlia di Huo. Quando Huo scopre l’accaduto, cerca di vendicarsi a sua volta. Raggiunto l'assassino, questi confessa l'omicidio e si taglia la gola. Il maestro, alla vista della moglie e della figlia del maestro avversario, unite alla raggiunta consapevolezza di aver commesso un grave errore, esce di senno. Huo si imbarca su una nave, spostandosi nel Sud del paese; qui si getta in un fiume, per poi essere ripescato in fin di vita da un gruppo di contadini di una minoranza etnica. Viene curato da una ragazza non vedente (Yueci) e da sua nonna. Durante la sua permanenza nel villaggio aiuta nel lavoro nella risaia ed apprende a godere dei momenti della vita, come quello di essere avvolti dalla brezza del vento. Dopo un periodo di alcuni anni, viene il periodo della Festa di Primavera, il cosiddetto Capodanno Cinese. Huo sente la nonna e Yueci che parlano di andare a rendere omaggio ai propri defunti, come usanza di questo periodo dell'anno in Cina, perciò riflette e decide di tornare a chiedere perdono sulle tombe dei propri cari. Per questo motivo abbandona il villaggio per tornare a Tianjin. Qui trova la propria casa in rovina ed una situazione molto cambiata, in cui sono gli stranieri a farla da padroni. Quando legge su un giornale di una sfida lanciata da Hercules O’Brian contro i “Malati dell’Asia” (i cinesi, come erano beffardamente chiamati) capisce che ha una missione da compiere e cerca i soldi per poter partecipare alla sfida, chiedendo aiuto proprio al suo vecchio amico Nong Jinsun. Huo vince la sfida, non senza però dimostrare uno straordinario cambiamento, salvando la vita del proprio avversario. Dopo questo episodio Huo Yuanjia apre la sua scuola, la Jingwu Tiyu Hui. Siccome il suo nome sta acquistando fama, il console giapponese decide di organizzare un incontro per metterlo in cattiva luce, in cui Huo doveva combattere con quattro avversari non cinesi. Uno di questi è Tanaka, con cui Huo si incontra, scoprendo una persona corretta ed un marzialista raffinato.
Si ritorna al 1910. Il primo duello tra i due maestri orientali (katana contro bastone a tre pezzi) termina in parità. Per evitare imbarazzi, il console del Giappone fa sostituire il té di Huo, avvelenandolo. Pur se debole e morente, Huo riesce a vincere Tanaka, raggiungendolo con il suo pugno letale ma fermandosi prima di colpirlo. Tanaka, dimostrando una morale marziale incorruttibile, riconosce la vittoria di Yuanjia. La scuola del maestro Huo si diffonderà in tutto il mondo.
Ip Man
Ip Man è ambientato nel 1930 a Foshan, florido centro di arti marziali cinesi del sud, dove le varie scuole marziali (kwoon) sono in forte concorrenza tra loro. In questa città il miglior maestro di Wing Chun (arte marziale) è Ip Man, ma è una persona senza pretese e mantiene un profilo basso. Come uomo indipendente ricco, non sente alcuna necessità di avere discepoli e trascorre le sue giornate in allenamenti, in discussioni e incontri con amici e conoscenti o con la famiglia, anche se sua moglie è spesso risentita del tempo che trascorre in allenamenti e in discussioni di arti marziali con gli amici e colleghi. Pur non essendo un artista marziale professionista, Ip è rispettato a Foshan a causa della capacità che visualizza in amichevoli competizioni a porte chiuse con i maestri locali. La reputazione di Ip è ulteriormente rafforzata quando sconfigge un aggressivo, maleducato e altamente qualificato maestro del Nord, Jin Shanzhao, confermando con ciò l'orgoglio regionale dello stile di combattimento del Sud.
L'invasione giapponese nel 1937 incide negativamente sulla vita di tutti a Foshan. Casa Ip è occupata da militari giapponesi e usata come loro quartier generale a Foshan. Ip e la sua famiglia perdono la loro ricchezza e sono costretti a trasferirsi. Nel disperato tentativo di mantenere la sua famiglia, Ip accetta un lavoro come coolie in una miniera di carbone. Il generale giapponese Miura, che è un maestro dell'arte marziale giapponese (il Karate), istituisce un'arena dove esperti di arti marziali cinesi competono con la sua formazione militare. Gli artisti marziali cinesi guadagnano un sacco di riso per ogni avversario giapponese sconfitto. Quando un amico di Ip scompare, questi decide di indagare e scopre l'arena del generale Miura. In un primo momento turbato dallo spettacolo, è maggiormente infuriato quando vede un maestro, collega a Foshan, raccogliere un sacco di riso dopo la sconfitta e venire freddato da un colpo alla nuca. Per complicare ulteriormente le cose Ip viene a sapere che Zhao Li, un ex-agente di polizia e conoscente di Ip, ora lavora come traduttore per i giapponesi. In risposta, Ip richiede un incontro con dieci avversari in una sola volta, e li sconfigge con facilità. La sua abilità suscita l'interesse di Miura, che cerca di saperne di più su Ip e vuole vederlo combattere di nuovo.
Ip visita il suo amico Chow Ching-Chuen, che possiede e gestisce un cotonificio a Foshan. Chow racconta a Ip di una banda di criminali guidata da Jin Shanzhao che molesta i dipendenti per estorcere loro del denaro. Ip insegna agli operai il Wing Chun per autodifesa. Nel frattempo, Miura si spazientisce di non veder tornare Ip nell'arena e manda alcuni suoi uomini a trovarlo. Dopo diverse molestie alla sua famiglia, Ip incontra gli uomini di Miura e li sconfigge. Lui e la sua famiglia vengono quindi costretti a nascondersi. Il ritorno dei ladri al cotonificio causa la reazione dei lavoratori che combattono usando le tecniche che Ip ha insegnato loro. Proprio in quel momento, Ip appare e sconfigge il capo dei banditi, Jin Shanzhao, intimandogli di non molestare più i lavoratori.
I soldati giapponesi arrivano al cotonificio e trovano Ip. Miura lo minaccia: risparmierà la sua vita solo se insegnerà il Wing Chun ai suoi soldati. Ip rifiuta e sfida Miura, che accetta, sia a causa del suo amore per le arti marziali sia perché rifiutare la sfida sarebbe una vergogna. La sfida tra Ip e Miura è pubblica e si tiene nella piazza di Foshan. Ip vince la battaglia, sconfiggendo Miura con le sue straordinarie abilità.
Appena il generale sconfitto cade al suolo, perdendo la battaglia, Ip guarda alla folla e sente il tifo cinese, vede tra la folla la moglie e il figlio con Chow. Proprio in quel momento Sato, vice di Miura, spara a Ip. Ne nasce una rivolta del pubblico cinese contro i soldati giapponesi; Ip viene portato via in mezzo al caos. Ip sopravvive e fugge a Hong Kong (all'epoca territorio inglese) con la sua famiglia. Lì, Ip apre una scuola di Wing Chun, nella quale accoglierà tra i suoi studenti Bruce Lee.
L'invasione giapponese nel 1937 incide negativamente sulla vita di tutti a Foshan. Casa Ip è occupata da militari giapponesi e usata come loro quartier generale a Foshan. Ip e la sua famiglia perdono la loro ricchezza e sono costretti a trasferirsi. Nel disperato tentativo di mantenere la sua famiglia, Ip accetta un lavoro come coolie in una miniera di carbone. Il generale giapponese Miura, che è un maestro dell'arte marziale giapponese (il Karate), istituisce un'arena dove esperti di arti marziali cinesi competono con la sua formazione militare. Gli artisti marziali cinesi guadagnano un sacco di riso per ogni avversario giapponese sconfitto. Quando un amico di Ip scompare, questi decide di indagare e scopre l'arena del generale Miura. In un primo momento turbato dallo spettacolo, è maggiormente infuriato quando vede un maestro, collega a Foshan, raccogliere un sacco di riso dopo la sconfitta e venire freddato da un colpo alla nuca. Per complicare ulteriormente le cose Ip viene a sapere che Zhao Li, un ex-agente di polizia e conoscente di Ip, ora lavora come traduttore per i giapponesi. In risposta, Ip richiede un incontro con dieci avversari in una sola volta, e li sconfigge con facilità. La sua abilità suscita l'interesse di Miura, che cerca di saperne di più su Ip e vuole vederlo combattere di nuovo.
Ip visita il suo amico Chow Ching-Chuen, che possiede e gestisce un cotonificio a Foshan. Chow racconta a Ip di una banda di criminali guidata da Jin Shanzhao che molesta i dipendenti per estorcere loro del denaro. Ip insegna agli operai il Wing Chun per autodifesa. Nel frattempo, Miura si spazientisce di non veder tornare Ip nell'arena e manda alcuni suoi uomini a trovarlo. Dopo diverse molestie alla sua famiglia, Ip incontra gli uomini di Miura e li sconfigge. Lui e la sua famiglia vengono quindi costretti a nascondersi. Il ritorno dei ladri al cotonificio causa la reazione dei lavoratori che combattono usando le tecniche che Ip ha insegnato loro. Proprio in quel momento, Ip appare e sconfigge il capo dei banditi, Jin Shanzhao, intimandogli di non molestare più i lavoratori.
I soldati giapponesi arrivano al cotonificio e trovano Ip. Miura lo minaccia: risparmierà la sua vita solo se insegnerà il Wing Chun ai suoi soldati. Ip rifiuta e sfida Miura, che accetta, sia a causa del suo amore per le arti marziali sia perché rifiutare la sfida sarebbe una vergogna. La sfida tra Ip e Miura è pubblica e si tiene nella piazza di Foshan. Ip vince la battaglia, sconfiggendo Miura con le sue straordinarie abilità.
Appena il generale sconfitto cade al suolo, perdendo la battaglia, Ip guarda alla folla e sente il tifo cinese, vede tra la folla la moglie e il figlio con Chow. Proprio in quel momento Sato, vice di Miura, spara a Ip. Ne nasce una rivolta del pubblico cinese contro i soldati giapponesi; Ip viene portato via in mezzo al caos. Ip sopravvive e fugge a Hong Kong (all'epoca territorio inglese) con la sua famiglia. Lì, Ip apre una scuola di Wing Chun, nella quale accoglierà tra i suoi studenti Bruce Lee.
The Big Kahuna - monologo finale
Goditi potere e bellezza della tua gioventù. Non ci pensare.
Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite.
Ma credimi tra vent'anni guarderai quelle tue vecchie foto.
E in un modo che non puoi immaginare adesso.
Quante possibilità avevi di fronte
e che aspetto magnifico avevi!
Non eri per niente grasso come ti sembrava.
Non preoccuparti del futuro.
Oppure preoccupati ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere un'equazione algebrica.
I veri problemi della vita saranno sicuramente cose che non ti erano mai passate per la mente, di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio.
Fa' una cosa ogni giorno che sei spaventato: canta!
Non essere crudele col cuore degli altri.
Non tollerare la gente che è crudele col tuo.
Lavati i denti.
Non perdere tempo con l'invidia: a volte sei in testa, a volte resti indietro.
La corsa è lunga e, alla fine, è solo con te stesso.
Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti.
Se ci riesci veramente, dimmi come si fa...
Conserva tutte le vecchie lettere d'amore,
butta i vecchi estratti-conto.
Rilassati!
Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita.
Le persone più interessanti che conosco a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita.
I quarantenni più interessanti che conosco ancora non lo sanno.
Prendi molto calcio.
Sii gentile con le tue ginocchia,
quando saranno partite ti mancheranno.
Forse ti sposerai o forse no.
Forse avrai figli o forse no.
Forse divorzierai a quarant'anni.
Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio.
Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso,
ma non rimproverarti neanche: le tue scelte sono scommesse,
come quelle di chiunque altro.
Goditi il tuo corpo,
usalo in tutti i modi che puoi,
senza paura e senza temere quel che pensa la gente.
E' il più grande strumento che potrai mai avere.
Balla!
Anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno.
Leggi le istruzioni, anche se poi non le seguirai.
Non leggere le riviste di bellezza:
ti faranno solo sentire orrendo.
Cerca di conoscere i tuoi genitori,
non puoi sapere quando se ne andranno per sempre.
Tratta bene i tuoi fratelli,
sono il miglior legame con il passato
e quelli che più probabilmente avranno cura di te in futuro.
Renditi conto che gli amici vanno e vengono,
ma alcuni, i più preziosi, rimarranno.
Datti da fare per colmare le distanze geografiche e gli stili di vita,
perché più diventi vecchio, più hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane.
Vivi a New York per un po', ma lasciala prima che ti indurisca.
Vivi anche in California per un po', ma lasciala prima che ti rammollisca.
Non fare pasticci con i capelli: se no, quando avrai quarant'anni, sembreranno di un ottantacinquenne.
Sii cauto nell'accettare consigli,
ma sii paziente con chi li dispensa.
I consigli sono una forma di nostalgia.
Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio,
ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte
e riciclarlo per più di quel che valga.
Ma accetta il consiglio... per questa volta.
Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite.
Ma credimi tra vent'anni guarderai quelle tue vecchie foto.
E in un modo che non puoi immaginare adesso.
Quante possibilità avevi di fronte
e che aspetto magnifico avevi!
Non eri per niente grasso come ti sembrava.
Non preoccuparti del futuro.
Oppure preoccupati ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere un'equazione algebrica.
I veri problemi della vita saranno sicuramente cose che non ti erano mai passate per la mente, di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio.
Fa' una cosa ogni giorno che sei spaventato: canta!
Non essere crudele col cuore degli altri.
Non tollerare la gente che è crudele col tuo.
Lavati i denti.
Non perdere tempo con l'invidia: a volte sei in testa, a volte resti indietro.
La corsa è lunga e, alla fine, è solo con te stesso.
Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti.
Se ci riesci veramente, dimmi come si fa...
Conserva tutte le vecchie lettere d'amore,
butta i vecchi estratti-conto.
Rilassati!
Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita.
Le persone più interessanti che conosco a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita.
I quarantenni più interessanti che conosco ancora non lo sanno.
Prendi molto calcio.
Sii gentile con le tue ginocchia,
quando saranno partite ti mancheranno.
Forse ti sposerai o forse no.
Forse avrai figli o forse no.
Forse divorzierai a quarant'anni.
Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio.
Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso,
ma non rimproverarti neanche: le tue scelte sono scommesse,
come quelle di chiunque altro.
Goditi il tuo corpo,
usalo in tutti i modi che puoi,
senza paura e senza temere quel che pensa la gente.
E' il più grande strumento che potrai mai avere.
Balla!
Anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno.
Leggi le istruzioni, anche se poi non le seguirai.
Non leggere le riviste di bellezza:
ti faranno solo sentire orrendo.
Cerca di conoscere i tuoi genitori,
non puoi sapere quando se ne andranno per sempre.
Tratta bene i tuoi fratelli,
sono il miglior legame con il passato
e quelli che più probabilmente avranno cura di te in futuro.
Renditi conto che gli amici vanno e vengono,
ma alcuni, i più preziosi, rimarranno.
Datti da fare per colmare le distanze geografiche e gli stili di vita,
perché più diventi vecchio, più hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane.
Vivi a New York per un po', ma lasciala prima che ti indurisca.
Vivi anche in California per un po', ma lasciala prima che ti rammollisca.
Non fare pasticci con i capelli: se no, quando avrai quarant'anni, sembreranno di un ottantacinquenne.
Sii cauto nell'accettare consigli,
ma sii paziente con chi li dispensa.
I consigli sono una forma di nostalgia.
Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio,
ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte
e riciclarlo per più di quel che valga.
Ma accetta il consiglio... per questa volta.